È il momento di ripensare il mondo del Palio?

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«La Nott de Bisò? Da recuperare il prima possibile. La giostra? Bisognerebbe renderla più adeguata ai tempi». Pensieri e parole di Nicolò Benedetti, classe ’98, sbandieratore del ‘Giallo’ e studente dell’Università di Bologna. Benedetti nonostante la giovane età ha abbracciato l’impegno politico e da candidato del Partito Democratico alle ultime elezioni amministrative è stato eletto in consiglio comunale. Poco dopo le elezioni aveva rilasciato un’intervista al BuonSenso in cui aveva raccontato l’importanza di una svolta in senso turistico della quale potesse beneficiare l’intera città, ed anche che «Qualche modifica sarà necessaria, non dobbiamo avere paura di cambiare qualcosa, guardare al futuro della manifestazione non significa abbandonare le nostre radici».

Oggi quale situazione vive il mondo del Palio di Faenza e quali sono le prospettive?

«La Nott de Bisò quest’anno c’è stata ma non c’è stata. Secondo me bisognerebbe recuperarla il prima possibile. Credo ancora che bisognerebbe rendere la giostra più adeguata ai tempi».

In cosa in particolare?

«La riflessione più forte riguarda la Bigorda d’Oro. Ha senso fare un palio dei giovani se il cavaliere della Bigorda è più vecchio di quello che Palio? Poi il calendario. Quest’anno abbiamo forzatamente diluito gare delle bandiere e palio. Io da sbandieratore devo dire che mi sono goduto meglio i due periodi. Senza rompere gli assetti forse sarebbe necessaria una discussione sulle tempistiche. Infine la Nott de Bisò. Ci ha dato spunti su cui riflettere. Posto che quella tradizionale in piazza è un evento caratteristico della città, perché non fare anche un evento itinerante magari tra ottobre e novembre quando il periodo del palio è un po’ più “morto”? Credo che sia appannaggio dei rioni capire se dopo la pandemia vogliono tornare alla normalità tradizionale o se invece la manifestazione possa essere rinnovata senza snaturarla.»

Ma per innovarsi ci vogliono i giovani? Come la prenderanno invece i rionali della prima ora?

A mio parere sono loro i primi che dovranno dare il proprio apporto per modificarlo. Non solo i giovani. Non va snaturato ma cambiato insieme. Abbiamo un Palio che ha 60 anni quindi un palio ancora giovane, e può cambiare mantenendo la tradizione. Bisogna decidere dove si vuole andare. Si può iniziare partendo piano, con qualche evento in più, magari provare a modificare qualche data».

E per quanto riguarda il progetto turistico?

«La corsa dei cavalli non può essere turistica perché il contenitore (lo stadio, nda) è già saturo e poi perché la giostra è lunga nei tempi. Secondo me hanno invece più appeal turistico la settimane del palio e le gare delle bandiere. Il palio inteso come giostra dei cavalli potrebbe essere invece l’apice del mese di giugno. Si potrebbe partire col promuovere eventi nelle settimane del palio. Sarebbe bello anche pensare ad un museo del palio.

Qualche anno fa parlavamo di Palio e Riviera insieme d’estate.

Al momento è più difficile da conciliare. Vedo meglio un asse con Firenze. Inserire i rioni nel programma del Treno di Dante, per esempio con visite guidate. A Giugno poi si possono portare le persone a mangiare nei rioni.

Ceramica e Palio possono andare di pari passo?

Se si sposassero questi due mondi sarebbe il top. Vendere il Palio nei negozi è difficile. Sarebbe diverso se il palio fosse legato ad un ‘Made In Italy’, Secondo me sfruttare i grandi eventi di ceramica per promuovere il Palio e viceversa dovrebbe essere il leitmotiv.

Per concludere. In campagna elettorale c’era un punto legato al palio. Rendere annuale la presenza dei campionati delle bandiere, un luogo dedicato per allenamenti e gare delle bandiere e un piano di interventi nelle sedi rionali per la valorizzazione.

Abbiamo votato il bilancio previsionale, bisognerà ora sedersi coi capi rione e parlare di priorità riguardo alle sedi. Non abbellimenti ma cambiamenti strutturali. Per quanto riguarda il “bandierodromo” potremmo essere la prima città ad averlo ma c’è tempo fino a fine mandato. Credo che la ristrutturazione delle sedi, iniziare a parlare seriamente di progetto turistico e prima ancora decidere sulla questione stadio Bruno Neri siano le priorità.

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